GUARIRE - Cura Biologica Infusionale Integrativa

I Farmaci

I Farmaci

I Farmaci della Cura Biologica Infusionale Integrativa GUARIRE, provengono da Preparazione Galenica certificata.

Sono preparati da una delle migliori Farmacie Galeniche Italiane che garantisce la costante Qualità, Purezza e Freschezza del preparato, secondo le indicazione del Dottor Santi.

I componenti della Cura che vengono associati e assunti per via infusiva, sono vitamine, aminoacidi, elementi essenziali, detossificanti che esercitano un ruolo sinergico nel ristabilire lo stato naturale di salute.

La via endovenosa garantisce il massimo assorbimento e la velocità di azione della cura, Guarire è un perfezionamento negli anni della formula e delle dosi, ampliando le conoscenze farmacodinamiche alla base di essa, Vitamina C, Fruttosio 1,6 Bifosfato, Fosfolipidi ipotalamici, Ademetionina sono alcuni di essi.

ACIDO ASCORBICO – Vitamina C

L’acido ascorbico (Vitamina C), grazie alla sua natura molecolare (struttura eno-diolica) funge da trasportatore di idrogeno nei sistemi enzimatici di ossidoriduzione che sono fondamentali nei processi del metabolismo intermedio e per la respirazione cellulare.

Favorisce la formazione di collagene e, di conseguenza, favorisce la cicatrizzazione delle ferite e delle ulcere vascolari, e contrasta l’infiammazione arteriosa, che sta alla base del processo aterosclerotico. Agendo sul collagene e sul microcircolo (cioè sui vasi capillari) ha anche notevoli effetti migliorativi di molte patologie ed addirittura effetti estetici.

Favorisce l’assorbimento e l’utilizzo del ferro e stimola il sistema immunitario.

Nel corso della pratica clinica il suo potere antiossidante è stato utilizzato in tantissimi contesti clinici.

Gli studi di del Prof. Pauling gia’ premio Nobel e di altri Autori, hanno dimostrato l’efficacia dell’associazione di vitamina C ad alto dosaggio, anche associata alle cure classiche, nelle cura delle patologie degenerative, neoplastiche e virali.

ESAFOSFINA: fruttoso-1,6-difosfato

Ad eccezione del substrato iniziale (glucosio) e degli acidi intermedi piruvico e lattico, i prodotti intermedi della glicolisi sono esteri dell’acido fosforico. La loro fosforilazione ed il trasferimento del gruppo fosfato sono fondamentali nella via glicolitica anaerobica perché si inseriscono nei sistemi termodinamici correlati alla sintesi di ATP (adenosin trifosfato) dall’ADP (adenosin difosfato) mediante un processo connesso con altri processi sia anaerobici sia aerobici.

Inoltre, vi sono altre importanti attività biologiche sviluppate da questi composti fosforilati. Tra essi occupa una particolare posizione l’intermedio fruttoso-1,6-difosfato, che è un metabolita intracellulare naturalmente presente e preposto alla regolazione di molte vie metaboliche. Tale intermedio è connesso con l’aumentata metabolizzazione dei carboidrati in quanto stimola la glicolisi, mentre simultaneamente inibisce la neoglucogenesi.

Nella via glicolitica anaerobica, l’intermedio fruttoso-1,6-difosfato gioca un ruolo molto importante nella sintesi di ATP: le determinazioni mediante calorimetria indiretta del consumo di carboidrati e di lipidi hanno dimostrato che, durante la stimolazione da fruttoso-1-6, di fosfato, vi è un netto aumento nella energia derivata dai carboidrati e una diminuzione della energia ottenibile dai lipidi(28)

Pertanto, il fruttoso-1,6-difosfato è un fattore fondamentale nella dinamica del processo anaerobico lattacido che è così indicato perché si sviluppa a partire da glucosio senza richiedere la presenza d’ossigeno (anaerobiosi), ma determina la formazione di piruvato che a sua volta si converte reversibilmente in lattato. Il processo libera una quota d’energia pari a 146 kJ/2 moli di piruvato, ossia il 5,6 % della quota d’energia che si libererebbe dalla completa ossidazione del glucosio nei mitocondri (2.480 kJ).

In compenso, il processo anaerobico lattacido libera energia in tempi molto brevi, per cui la variazione d’energia nell’unità di tempo è certamente elevata.

Da un punto di vista biochimico, però, il fruttoso ed il fruttoso-1,6- difosfato non sono la stessa cosa. La fosforilazione del fruttoso cambia totalmente il significato biologico e bioenergetico di uno zucchero, per cui il fruttoso-1,6-difosfato – ma non certo il fruttoso – svolge un ruolo basilare nel metabolismo energetico dei muscoli scheletrico e cardiaco, essendo un intermedio della via glicolitica la quale fornisce energia attraverso un processo di tipo anaerobico, correlato ad altri processi sia anaerobici, sia aerobici.

Il fruttoso-1,6-difosfato somministrato per via venosa non è idoneo allo scopo di fornire fruttosio per la sintesi dei glicogeni, ossia di quel vasto gruppo di carboidrati contenuti nei tessuti viventi sotto forma di polimeri ad alto peso molecolare degli zuccheri semplici.

Infatti, tali glicogeni sono composti da molte unità di glucosio, ma non di fruttosio, assemblate da legami a-glucosidici in catene glucosidiche con numerose ramificazioni

In realtà, l’effetto dell’Esafosfina non è legato ai kJ che sono potenzialmente ‘contenuti’ nelle molecole di fruttoso-1,6-difosfato, ma deriva dall’attivazione funzionale dei processi bioenergetici connessi con la scissione metabolica del glicogeno e del glucosio, accompagnati dall’interazione con la superficie delle membrane cellulari, dalla promozione della ripolarizzazione cellulare, dall’aumento della captazione del potassio, ecc.

Il fosfato gioca un ruolo primario in una varietà di processi fisiologici, essendo implicato ad esempio nella formazione dei legami ad alta energia (ATP), nel trasporto di ossigeno ai tessuti, nella regolazione della glicolisi, nel mantenimento del pH plasmatico ed urinario.

In sostanza l’effetto del fruttosio 1,6 difosfato è dare energia al soggetto sfibrato soprattutto da malattie croniche di lunga durata, in condizioni acute e nel corso di terapie aggressive e particolarmente impegnative sul piano energetico e cenestesico.

GLUTATIONE

Il Glutatione è un potente scudo per la difesa della salute. Protegge da radicali liberi, radiazioni, chemioterapia, raggi X, ed ha inoltre una grande capacità disintossicante. Grazie alla sua facoltà di chelare (chelaggio = capacità di un elemento di legarsi ad un’altro) i metalli pesanti e tossici quali piombo, cadmio, mercurio ed alluminio, li trasporta via eliminandoli dal corpo. Il Glutatione insieme con il selenio, forma l’enzima Glutatione perossidasi che ha sempre una funzione antiossidante, ma a livello intracellulare.

Il Glutatione è quasi sconosciuto alla medicina ufficiale. Per lo meno non viene utilizzato per le sue ottime proprietà. In studi fatti sugli animali è stata dimostrata la sua efficienza anti-tumorale. Il Glutatione aiuta il nostro fegato a disintossicarsi ed a prevenire possibili danni causati dall’eccessivo consumo di alcool. È più efficace della vitamina C nel migliorare l’utilizzo e la biodisponibilità del ferro, neutralizzando gli effetti tossici di alcuni agenti esogeni come i nitriti, i nitrati, i clorati, l’anilina, i derivati del benzolo e quelli del toluolo.

Il Glutatione impedisce inoltre che i radicali liberi si leghino alle proteine fibrose del corpo, evitando così l’indurimento e il restringimento del collagene (e quindi rughe, mancanza di elasticità nelle arterie). Per questo motivo il Glutatione mantiene sano e “giovane” il sistema circolatorio. Quanto al sistema immunitario, il Glutatione è strettamente legato all’attività fagocitica di specifiche cellule polmonari. Protegge dagli eventuali effetti dannosi del fumo, insieme ad altri antiossidanti come vitamina C, E, Selenio, Beta Carotene e Cisteina.

LIPOSOM FORTE

A livello del sistema nervoso centrale un ruolo morfo-funzionale molto rilevante è giocato dai fosfolipidi cerebrali, quali fosfatidilcolina, fosfatidiletanolamina, fosfatidilserina, colina, etanolamina, serina, acido fosfatidico, difosfoinositide, sfingomieline, ecc. Uno dei componenti più significativi dei citati fosfolipidi è la fosfatidilserina, che si trova nella membrana cellulare di una ampia varietà di organismi.

I liposomi fosfolipidici sono delle specifiche preparazioni biochimiche rappresentate da vescicole costituite da lamelle bidimensionali di fosfolipidi che contengono una soluzione acquosa: si formano mediante trattamento con ultrasuoni delle membrane lipoidee.

Il trattamento con miscele di fosfolipidi determina nel SNC un decremento nella  concentrazione dei neurotrasmettitori catecolaminergici: dopamina (selettivamente nel corpo striato) e noradrenalina (particolarmente nella corteccia cerebrale e nell’ipotalamo), con parallelo incremento dell’acido omovanilico, con inversione del rapporto dopamina/acido omovanilico.

Le risposte metaboliche si attuano anche mediante le azioni catalitiche della tirosina idrossilasi e dell’adenilato ciclasi dopamina-sensibile con aumento dell’AMPciclico per l’intervento dei recettori ß-adrenergici ed adenosinici.

A sua volta, la dopamina stimola la sintesi dei fosfolipidi nei neuroni cerebrali per cui i deficit di dopamina inducono un decremento nella concentrazione dei fosfolipidi stessi malgrado s’instauri un significativo incremento compensatorio nell’attività degli enzimi che sono connessi con la biosintesi dei fosfolipidi.

All’attivazione del sistema dopaminergico indotta dai fosfolipidi cerebrali sarebbe attribuibile anche l’aumento del livello plasmatico dell’ormone somatotropo (GH) e la riduzione della prolattinemia, comunque, in entità chiaramente inferiore di quelle indotte da noti agenti farmacologici dopaminergici, quali levodopa, bromocriptina e piribedil.

Il trattamento con dosi elevate di fosfatidilcolina determina un incremento nella liberazione di acetilcolina nel sistema nervoso. Soprattutto alla fosfatidilserina viene accreditato l’incremento del rilascio di acetilcolina da parte della corteccia cerebrale: il blocco dei recettori cerebrali della dopamina inibisce l’effetto della fosfatidilserina sul rilascio cerebrale dell’acetilcolina, evidenziando che detta azione si attua indirettamente per un meccanismo correlato all’attività del sistema dopaminergico.

La somministrazione di fosfatidilserina da una parte incrementa le funzioni cognitive e comportamentali anche nei soggetti anziani mentre, dall’altra, migliora gli eventi neuronali coinvolti nella codificazione o nel consolidamento di nuove informazioni nella memoria sia in epoca postnatale sia nell’invecchiamento.

La somministrazione di fosfatidilserina antagonizza gli effetti catalettici indotti dalla morfina e quelli comportamentali indotti dalla scopolamina: queste azioni sono correlate all’interferenza della fosfatidilserina con il sistema dopaminergico e con il sistema colinergico subcorticale.

La bibliografia di base sui fosfolipidi è molto vasta, dato che gli stessi svolgono numerose funzioni di modulazione nelle membrane biologiche, nella regolazione di attività enzimatiche, nella replicazione del DNA, ecc.

La sintesi intraorganica dei fosfolipidi dai precursori è, tuttavia, molto complessa(70) per cui, in caso di necessità terapeutica, la loro somministrazione esogena come medicinali può contribuire a risolvere.

ADEMETIONINA

L’Ademetionina è un amminoacido fisiologicamente presente a distribuzione pressoché ubiquitaria nei tessuti e nei fluidi dell’organismo, dove interviene in importanti processi biologici negli uomini e negli animali principalmente come coenzima e come donatore di metili (reazioni di transmetilazione). La Transmetilazione è inoltre essenziale nello sviluppo del doppio strato fosfolipidico delle membrane cellulari e contribuisce alla fluidità delle membrane.

L’Ademetionina può penetrare la barriera emato encefalica e la transmetilazione ademetionina mediatata è critica nella formazione dei neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale incluse le catecolamine (dopamina, noraderenalina, adrenalina serotonina, melatonina e istamina).

L’ademetionina è anche precursore dei composti solforati fisiologici (cisteina, taurina, glutatione, CoA, ecc.) nelle reazioni di transulfurazione. Il Glutatione, il più potente antiossidante nel fegato è importante nella detossificazione epatica. L’Ademetionina aumenta i livelli epatici di glutatione in pazienti affetti da malattie epatiche causate da alcol e non. Sia il folato che la vitamina B12 sono co-fattori essenziali nel metabolismo e nel ripristino dell’Ademetionina.

Il trasferimento del gruppo metilico (transmetilazione) dall’Ademetionina a molecole biologiche come ormoni, neurotrasmettitori, acidi nucleici, proteine, fosfolipidi costituisce una tappa fondamentale nei processi metabolici dell’organismo.

L’ademetionina vieni inserita nella flebo quando la malattia e soprattutto l’uso di certi farmaci impegnano e danneggiano il fegato.

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