LIPOSOM FORTE

A livello del sistema nervoso centrale un ruolo morfo-funzionale molto rilevante è giocato dai fosfolipidi cerebrali, quali fosfatidilcolina, fosfatidiletanolamina, fosfatidilserina, colina, etanolamina, serina, acido fosfatidico, difosfoinositide, sfingomieline, ecc. Uno dei componenti più significativi dei citati fosfolipidi è la fosfatidilserina, che si trova nella membrana cellulare di una ampia varietà di organismi.

I liposomi fosfolipidici sono delle specifiche preparazioni biochimiche rappresentate da vescicole costituite da lamelle bidimensionali di fosfolipidi che contengono una soluzione acquosa: si formano mediante trattamento con ultrasuoni delle membrane lipoidee.

Il trattamento con miscele di fosfolipidi determina nel SNC un decremento nella  concentrazione dei neurotrasmettitori catecolaminergici: dopamina (selettivamente nel corpo striato) e noradrenalina (particolarmente nella corteccia cerebrale e nell’ipotalamo), con parallelo incremento dell’acido omovanilico, con inversione del rapporto dopamina/acido omovanilico.

Le risposte metaboliche si attuano anche mediante le azioni catalitiche della tirosina idrossilasi e dell’adenilato ciclasi dopamina-sensibile con aumento dell’AMPciclico per l’intervento dei recettori ß-adrenergici ed adenosinici.

A sua volta, la dopamina stimola la sintesi dei fosfolipidi nei neuroni cerebrali per cui i deficit di dopamina inducono un decremento nella concentrazione dei fosfolipidi stessi malgrado s’instauri un significativo incremento compensatorio nell’attività degli enzimi che sono connessi con la biosintesi dei fosfolipidi.

All’attivazione del sistema dopaminergico indotta dai fosfolipidi cerebrali sarebbe attribuibile anche l’aumento del livello plasmatico dell’ormone somatotropo (GH) e la riduzione della prolattinemia, comunque, in entità chiaramente inferiore di quelle indotte da noti agenti farmacologici dopaminergici, quali levodopa, bromocriptina e piribedil.

Il trattamento con dosi elevate di fosfatidilcolina determina un incremento nella liberazione di acetilcolina nel sistema nervoso. Soprattutto alla fosfatidilserina viene accreditato l’incremento del rilascio di acetilcolina da parte della corteccia cerebrale: il blocco dei recettori cerebrali della dopamina inibisce l’effetto della fosfatidilserina sul rilascio cerebrale dell’acetilcolina, evidenziando che detta azione si attua indirettamente per un meccanismo correlato all’attività del sistema dopaminergico.

La somministrazione di fosfatidilserina da una parte incrementa le funzioni cognitive e comportamentali anche nei soggetti anziani mentre, dall’altra, migliora gli eventi neuronali coinvolti nella codificazione o nel consolidamento di nuove informazioni nella memoria sia in epoca postnatale sia nell’invecchiamento.

La somministrazione di fosfatidilserina antagonizza gli effetti catalettici indotti dalla morfina e quelli comportamentali indotti dalla scopolamina: queste azioni sono correlate all’interferenza della fosfatidilserina con il sistema dopaminergico e con il sistema colinergico subcorticale.

La bibliografia di base sui fosfolipidi è molto vasta, dato che gli stessi svolgono numerose funzioni di modulazione nelle membrane biologiche, nella regolazione di attività enzimatiche, nella replicazione del DNA, ecc.

La sintesi intraorganica dei fosfolipidi dai precursori è, tuttavia, molto complessa(70) per cui, in caso di necessità terapeutica, la loro somministrazione esogena come medicinali può contribuire a risolvere.